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La Chiesa di San Michele sorse ad Anacapri per iniziativa di Madre Serafina di Dio, religiosa caprese già fondatrice del monastero delle Teresiane.

Nel 1863 i Turchi invasero l'Impero Austriaco, considerato solido baluardo contro l'avanzata degli infedeli; nel mese di agosto giunsero alle porte di Vienna. Allora Madre Serafina rivolse all'Arcangelo Michele la seguente preghiera: Se Voi liberate Vienna, prometto di fondare ad Anacapri una chiesa e un monastero, a maggior gloria del Signore e a onor Vostro.

Il 2 settembre l'esercito imperiale ebbe la meglio sui Turchi e quindi Madre Serafina si recò ad Anacapri, per realizzare la sua promessa, con l'aiuto di un gentiluomo sardo di nome Antonio Migliacci. Le cronache di Nicolò Antonio Squillante citano la costruzione della chiesa, avvenuta tra il 1698 e il 1719, quantificando con precisione anche la spesa sostenuta dai Migliacci: ben 15 mila ducati napoletani.

Alla morte del gentiluomo, il Vescovo di Capri, mons. Michele Gallo di Vandenejnde (1678-1727) appartenente all'alta nobiltà napoletana, assicurò dei lavori e alla sua morte volle essere sepolto nella Chiesa, come testimonia un'epigrafe marmorea posta dietro l'altare maggiore.

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